ENG
Repurposing canvas support into a constructive element to make work has led to a research on classical ruins, understood as tangible symbols of loss and identity. A corbel with a supporting function placed between the wall and ceiling refers to the weight of memories of the past, accentuating a nostalgic feeling; a non-functional fountain is a symbol of absence and remoteness for a moment of intimate recollection, linked to a feeling of loneliness. Through these associations, canvas, that implements this representation by becoming the most recurrent element within the work, undergoes processes of twisting and assemblage, reactivating its materiality. Thus, canvas ceases to be a traditional painting support and reawakens in new three-dimensional models. This duality coincides with the dual nature of ruins, a characteristic that art historian Salvatore Settis describes in his research on the classical. According to Settis, the ruins, having re-emerged from the ground and awaiting a new relocation (both physical and historical), attest through their decay the end of an ancient world and simultaneously are tangible traces heralding the re-awakening of a new one. This condition highlights a state of continuity and discontinuity, i.e. decay or awakening, also interpreted as the presence and absence of the ruins, which, associated with a social detachment within our society, becomes a constant for the individual. The latter, overwhelmed by a strong sense of doubt and uncertainty, awaits for a sign of consolidation, responding to the same dualistic needs of continuity and discontinuity as the ruins, i.e. presence and absence.
ITA
Riadattando il linguaggio pittorico della tela ad elemento costruttivo dell’opera, il lavoro ha condotto ad una ricerca sulle rovine classiche intese simboli tangibili di perdita e identità. Un modiglione con funzione di sostegno collocato tra muro e soffitto fa riferimento al peso delle memorie del passato accentuando un sentimento nostalgico; una fontana non in funzione è simbolo di assenza e lontananza per un momento di raccoglimento intimo, legato ad un sentimento di solitudine. Tramite queste associazioni la tela, che attua questa rappresentazione diventando l’elemento più ricorrente all’interno del lavoro, subisce processi di torsioni e assemblaggi riattivando la sua materialità. Così, la tela cessa di essere un banale supporto pittorico rinascendo in nuovi modelli tridimensionali. Questa dualità, coincide con la duplice natura delle rovine, una caratteristica che lo storico dell’arte Salvatore Settis descrive nelle sue ricerche sul classico. Secondo Settis le rovine, dopo essere riemerse dal suolo e in attesa di una nuova ricollocazione (sia fisica che storica), attestano attraverso la loro decadenza la fine di un mondo antico e contemporaneamente sono tracce tangibili che ne annunciano il risveglio di uno nuovo. Questa condizione evidenzia uno stato di continuità e discontinuità, cioè decadimento o risveglio, interpretato anche come presenza e assenza delle rovine che, associata ad un distaccamento sociale all’interno della nostra società, diventa una costante dell’individuo. Quest’ultimo, sopraffatto da un forte senso di dubbio e incertezza, resta in attesa di un segno di consolidamento rispondendo alle stesse necessità dualistiche di continuità e discontinuità delle rovine, quindi presenza e assenza.
Artworks / Opere:
French Ochre in Fondamenta, raw pigment on canvas / polveri di pigmento su tela, 96 x 57.5 x 49 cm, 2024
Architravato, raw cotton duck canvas / tela di cotone grezzo, 91.5 x 172.5 x 47 cm, 2023
Cor, raw cotton duck canvas / tela di cotone grezzo, 69.5 x 40 x 44 cm, 2023
Elevazione di un Supporto Pittorico, raw cotton duck canvas / tela di cotone grezzo, 157.5 x 70 x 70 cm, 2023
Caligae, acrylic pigment on canvas / pigmento acrilico su tela, 33.5 x 23 x 19 cm, 2022, Private Collection / Collezione Privata
Light Up!, acrylic pigment on canvas / pigmento acrilico su tela, 83.5 x 55 x 52 cm, 2022
Photo courtesy: Bislacchi Studio